nell'ingresso di casa ho voluto esporre alcune copie conformi all'originale dei documenti conservati nell'archivio reale di Torino: La cronistoria del mio avo Gavino Cocco, la preghiera del Cavaliere, ed il certificato che attesta come il Cocco sia stato insignito del rango di cavaliere del Sacro Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
fin da piccolo sono stato attratto dal mondo cavalleresco, e chissà cosa avrei dato per indossare il mantello di qualche gruppo. Ero affascinato dall'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma anche dal Sovrano Militare Ordine di Malta e tante altre corporazioni. Quando vidi la copia del documento con cui Vittorio Amedeo III, nel 1786, conferii a Gavino Cocco l'onorificenza mauriziana, mi brillarono gli occhi
Feci delle ricerche dettagliate, e finalmente scoprii che a Cagliari c'era lo studio di un avvocato che rappresentava i Cavalieri dei Santi Maurizio e Lazzaro in Sardegna. Immediatamente lo contattati, e dopo aver scambiato alcune mail, mi convocò nel suo ufficio per dialogare di persona e poter iniziare l'iter per essere accreditato. Non riuscivo a trattenere la gioia, e l'entusiasmo era tangibile. Poco dopo però cominciarono a venirmi dei dubbi. Non so come, ma dei tarli si insinuavano nel mio cervello. Quando ho dei sospetti non sono tranquillo, e fin dove posso, devo venirne a capo. Non ricordo l'anno, ma ricordo però la grande delusione quando scoprii che al vertice dei cavalieri mauriziani c'era Vittorio Emanuele di Savoia e il suo erede Emanuele Filiberto; massoni di pessimo affare. Decisi di non incontrare il presidente dei Cavalieri Mauriziani, anche perché non voglio avere nulla a che fare con la massoneria, e men che meno, anche se indirettamente, con I Savoia. Oltretutto non ho mai nascosto di parteggiare per i Duchi d'Aosta, che considero i veri eredi al trono.
Il mio amore per l'ambiente cavalleresco non si è mai assopito, ed allora perché non fondarne uno mio? Dopo aver creato una bozza per l'icona parlai con un amico grafico il quale realizzò il blasone. Diverse persone con cui facevo il pellegrinaggio a Medjugorje, accettarono di far parte del gruppo, e iniziai l'iter burocratico per depositare stemma e legalizzare l'associazione religiosa. Ormai sono cinque gli anni di vita del Sacro Ordine dei Cavalieri di San Disma, e un po' per volta ci stiamo organizzando. La strada è faticosa perché per scelta personale non c'è movimento di denaro, perché l'affiliazione è gratuita e tutte le spese sono a mio carico. Un po' come nella Micronazione Sovrana Impero, dove il nostro Imperatore non chiede nessuna tassa di iscrizione. Questa similitudine accresce ancora di più l'amore che mi lega al nostro impero. E perché no, quando avremo il nostro territorio, sogno di avere una piccola cappella intitolata a San Disma