Nuova ondata di arresti e repressioni in Papua Occidentale

[Emanuele Spikas]

Il 15 agosto a Malang un gruppo di studenti papuani ha messo in atto una protesta nell'intento di ricordare, contestandolo, quanto accaduto negli anni sessanta. Infatti nel 1962, dopo l'invasione della colonia olandese da parte dell'Indonesia venne sancito l'accordo di New York, con cui l'amministrazione passava provvisoriamente all'ONU per passare poi all'Indonesia in attesa di un referendum con cui la popolazione locale avrebbe dovuto decidere se fare parte dell'Indonesia o divenire uno stato indipendente. Nonostante l'accordo prevedesse il voto da parte di tutti i cittadini, l'Indonesia decise unilateralmente per una diversa modalità: consentì il voto solo agli anziani/capi delle tribù, scelti tra l'altro proprio dal governo indonesiano. Così votarono, pubblicamente e per alzata di mano, poco più di un migliaio di persone, sotto l'influenza dell'Indonesia, anziché i circa 800.000 abitanti della Papua Occidentale. Da allora si sono ripetute forze azioni repressive che hanno portato alla morte circa 500.000 papuani.
Ad ogni modo la manifestazione degli studenti è stata proibita e gli stessi sono stati aggrediti da diversi indonesiani. Sono seguite altre azioni repressive (tra cui l'arresto di 150 manifestanti in diverse parti del paese) ad opera di civili, paramilitari e forze dell'ordine indonesiane che hanno scatenato la reazione dei papuani occidentali portandoli a dare fuoco alla prigione di Sorong e al parlamento locale di Manokwari.