Le Maldive iniziano a trasferirsi su città galleggianti

[Emanuele Spikas]

Da diversi anni la Repubblica delle Maldive è alla ricerca di un soluzione al fatto che il suo territorio è destinato a essere sommerso dall'innalzamento dei mari. Anni fa si era ipotizzato il trasferimento in un territorio concesso da un altro stato ma sta prendendo sempre più piede l'ipotesi di dotarsi di un territorio artificiale, nello specifico di città galleggianti.
In realtà la costruzione della prima città galleggiante è già atto e vedrà il termine nel 2027 ma sarà già abitabile nel 2024. Questa prima città ospiterà 20.000 abitanti.
Entro pochi decenni l'80% del territorio dello stato non sarà più abitabile in quanto si prevede verrà sommerso dall'oceano.
Le abitazioni galleggianti vengono realizzate in un cantiere navale per poi essere trasportate in loco e fissate a uno scafo di cemento sottomarino ancorato al fondale tramite palafitte telescopiche in acciaio.
Grazie alla barriera corallina che garantisce un isolamento naturale ed alla tecnica usata nella costruzione le case fluttueranno con le onde evitando problemi di stabilità o movimenti.
Sono costruite in un cantiere navale locale, per poi essere rimorchiate fino alla loro esatta collocazione. Dopodiché vengono fissate a un grande scafo subacqueo in cemento, a sua volta avvitato al fondale attraverso palafitte telescopiche in acciaio. Lo studio di architettura assicura che tali strutture non saranno vulnerabili ai cambiamenti climatici, perché fluttueranno e si alzeranno anch’esse con le onde. Tutto questo senza che gli abitanti sentano mal di mare, grazie all’isolamento naturale fornito dalle barriere coralline. Per garantire la proliferazione della barriera corallina verranno poi realizzati banchi di coralli artificiali sui quali cresceranno poi gli organismi marini.

[Emanuele Spikas]

Da ricordare quanti hanno spesso denigrato tentativi e progetti di micronazioni di stabilirsi su territori artificiali galleggianti, sminuendone poi l'autorevolezza. A quanto pare potrebbe esser invece il destino di diverse nazioni dell'Oceano Pacifico riconosciute ufficialmente dalla cosiddetta comunità internazionale.